Mi è stato regalato un Lapislazzuli incantevole. Subito l’ho sentito familiare, mi ha fatto pensare al movimento, alla sagoma d’un pellegrino in viaggio, alla danza degli astri. Sono quasi del tutto ignorante in fatto di cristalli e quel che il web racconta non mi soddisfa. Sono tante nozioni, ma tutte calate dall’alto, tutte informazioni senza una radice di esperienza diretta. Saranno anche vere, non dico di no… ma dentro di me non si concretizzano in nulla. Restano solo parole.
Allora questa notte ho pensato di conoscere il Lapislazzuli in modo diverso. L’ho visualizzato mentre mi rilassavo per dormire, via via ci sono entrata sempre più in contatto. Mi avvicinavo sempre più al sonno, il corpo era sempre più fermo. Ho immaginato ad un certo punto che non ci fosse poi molta differenza tra me e la pietra: entrambe eravamo ferme e nella stessa stanza, nello stesso buio.
Il suo blu ha iniziato a virare al verde (ho scoperto stamani che di questa pietra esistono anche alcune varietà azzurre ed altre e verdi) mentre in me sentivo un fluire continuo. Allora hai proprio l’anima di un pellegrino, ho pensato. Ho scorto la sua sagoma orientarsi sotto le stelle della notte, attraversare colline e pianure. Non mi posso fermare diceva, non ci si può fermare sulla Terra. È il viaggio inarrestabile. Immediatamente mi è stato chiarissimo che l’essenza di questa pietra ha a che fare con la fiducia nel percorso anche quando non si sa dove conduce, con l’affidarsi a ciò che è più grande limitandoci a fare del nostro meglio in ciò che possiamo, con la leggerezza e l’autonomia. Con il sogno, inteso come ponte tra ciò che è e le forme d’amore che possiamo realizzare.