Il mio drago dice che il senso dell’incarnazione è inciso nel corpo di ogni vivente, è il suo nome più autentico.
Somiglia alla forma scolpita nei monti dal passar delle epoche. A volte penso che se ricordassimo come si legge, forse noi umani troveremmo evidente lo scopo del nostro esistere. Ci apparirebbe unito a noi stessi e non esterno. Sarebbe congenito nella coscienza, non diverso da una mano o un polmone, allora ci basterebbe osservarci per sapere ogni cosa. Come le altre creature della Terra.
Ho pubblicato una nuova pagina di diario nel mio blog “Il Drago e il Mutaforma”. Racconta di come l’ascolto della roccia ci possa condurre a trovare il punto fermo di tutti i movimenti e tutte le trasformazioni. Un tempio interiore in cui il nostro suono originario risuona.
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